venerdì 17 agosto 2012

Io, i sensi di colpa e l’essere assertivi



La mia borsa da spiaggia fatta a mano!

Ieri è stata una giornata importante per me.
Ho fatto una cosa per me, solo per me.
Una cosa che mi andava di fare.
Una cosa banale ma difficile, almeno per me.
Ma partiamo dall’inizio con due dovute premesse:
- PapiTuttoFare è in ferie e dopo il 15 lui è rimasto nella casa di campagna del padre con i bimbi, io sono rientrata al paesello perché il 16 ho ripreso il lavoro.
- Io sono in pieno periodo di ricerca/riflessione su me stessa

In rete ho letto e salvato molti documenti e ciò che ho appreso è che è più bello e soddisfacente essere assertivi piuttosto che passivi (non ho mai pensato di appartenere alla categoria degli aggressivi) ed ho deciso di provare ad esserlo.
Non è tanto facile perché si tratta di cambiare un po’ mentalità, farsi venire il coraggio quando serve e credere molto in se stessi.
In sostanza l'assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l'interlocutore. Essere assertivi vuol dire essere chiari con se stessi circa i propri bisogni, le proprie aspettative, desideri e necessità, anche se questo costa fatica e fa male e ci costringe a rivedere i rapporti relazionali.
Secondo alcuni psicologi americani  si tratta di un «un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui».
Bello.
Poi ho scoperto che esistono addirittura dei diritti assertivi che dobbiamo imparare ad esercitare.
La “psicoguida” che ho letto dice che possiamo imparare ad essere assertivi esercitando i diritti assertivi. Essi  comprendono il rispetto di se stessi, delle proprie esigenze, sentimenti e convinzioni. Tali diritti sono necessari per costruire sentimenti e pensieri positivi come l'autostima e la fiducia. Riconoscerli e rispettarli significa anche riconoscerli e rispettarli negli altri:

• dire no alle richieste altrui senza sentirsi in colpa
• il diritto di fare qualsiasi cosa, purché non danneggi nessun altro.
• il diritto di mantenere la propria dignità agendo in modo assertivo, anche se ciò urta qualcun altro, a condizione che il movente sia assertivo e non aggressivo.
• il diritto di fare richieste ad un’altra persona, dal momento che riconosco all’altro l’identico diritto di rifiutare.
• il diritto ridiscutere il problema con la persona interessata, e di giungere a un chiarimento.
• il diritto ad attuare i propri diritti ed al rispetto altrui dei propri diritti.
• il diritto di avere idee, opinioni, punti di vista personali e non necessariamente coincidenti con quelli degli altri
• il diritto a che le proprie idee, opinioni e punti di vista siano quanto meno ascoltati e presi in considerazione (non necessariamente condivisi) dalle altre persone
• il diritto ad avere bisogni e necessità anche diverse da quelle delle altre persone
• il diritto a provare determinati stati d’animo ed a manifestarli in modo assertivo se si decide di farlo
• il diritto di commettere degli errori, in buona fede
• il diritto di decidere di sollevare una determinata questione o, viceversa, di non sollevarla
• il diritto di essere realmente se stessi, anche se questo significa a volte contravvenire a delle aspettative esterne
• il diritto di chiedere aiuto.

La cosa più difficile per me è imparare ad esprimere le mie posizioni, i miei bisogni e desideri, un po’ perché non mi sono mai soffermata a cercare di capire quali sono, un po’ perché mi rendo conto che da sempre sono abituata ad assecondare gli altri e i loro desideri.
Per fare un esempio stupido mi viene più facile dire  “a me va bene tutto, scegliete voi il ristorante” piuttosto che  “ho voglia di mangiare la carne questa sera”.

Proprio ieri mi è capitata l’occasione per mettermi alla prova. E se l’ho superata lo devo un po’ anche a mia sorella.
Il 15 mattina chiacchierando al telefono le raccontavo di quanto fossi affranta per il verso che aveva preso il ferragosto in famiglia e del fatto che il 16 sarei stata sola e che non sapevo che fare nel mio primo vero pomeriggio libero senza figli.
“Stirerò, rassetterò, farò questo e quello in casa…”
“Ma perché non ti prendi il pomeriggio libero, vattene in piscina, prendi un po’ di sole”
“Io? Andarmene in giro da sola? Non lo so, non lo so fare, non l’ho mai fatto. Mi sentirei una scema”
“E allora io che è un mese che vado in spiaggia da sola? Muoviti, alza il culo e pensa un po’ a te”
È così che le ho promesso che sarei andata in piscina insieme ad un bel libro per rilassarmi un po’
E ci sono riuscita!
Ok, è una cosa da nulla che tutti fanno ogni tanto. Ma non potete immaginare i sensi di colpa che ho provato nel prendermi un po’ di tempo per me, solo per me. Ho dovuto lottare contro gli obblighi che sentivo e il senso del dovere verso una casa e una famiglia (che poi era anche assente a godersi la campagna e non stava di certo pensando a me).
Ho risposto ad un mio desiderio ed è stato bello: ho riempito la mia borsa, sono andata in piscina e poi lettino, sole, bagno, libro e via da capo dalle 15,00 alle 18,00 quando le nuvole che si accumulavano in cielo mi hanno spinto ad andarmene in giro per negozi (tanto mamma mi aveva invitato a cena e non dovevo pensare a null’altro)!
Oggi ho ancora i letti da cambiare e per cena la famiglia sarà di nuovo al completo, manca il riso, il pane e non ho neanche disfatto il mio borsone con cui ero partita sabato scorso.
Senza contare che mi sono fatta due film a sera e sono uno zombie perché non ho dormito nulla (non sono abituata alla casa vuota e non riuscivo a prendere sonno).
Ma va bene così!

Sono patetica? Si forse un po’
Sono patologica? Si, anche, forse.
Ma ci sto lavorando!
Sono fiduciosa e determinata a diventare una persona assertiva, che si ascolta di più e vive meglio in mezzo agli altri.
Vi saluto con una citazione di Luigi Einaudi che ho letto proprio questa mattina:
“L'entusiasmo è la scintilla del vostro sguardo, lo slancio della vostra andatura, la forza della vostra mano, l'irresistibile esplosione della vostra volontà”.
Buon weekend a tutte.

Ah... Se avete voglia di leggervi un libro, il mio consiglio del giorno lo trovate qui
Cri - mmd

domenica 5 agosto 2012

Sangue non mente...

Oggi pomeriggio stavo scaricando le foto della vacanza, ahimè ormai finita già da una settimana, e mi sono imbattuta in questa fatto scattata da mio marito



è di domenica 22 luglio, quando con mia sorella, in vacanza a 8 km da noi, abbiamo deciso di fare una gita nel parco della Sila.
Ci eravamo messe d'accordo solo sull'orario, ma evidentemente il sangue non è acqua: guardate un po' come ci siamo vestite. Addirittura lo stesso zainetto!
Oh cara sorellina cosa farei senza di te?!

Lei è ancora al mare e non vedo l'ora che torni. Mi manca già tanto.

sabato 4 agosto 2012

Un sabato da donne

Elly sul percorso in cima agli alberi
Questa mattina io e papi abbiamo deciso di rilassarci un po' e quale è il migliore sistema per farlo?
Ovvio: separare due pestiferi e ingestibili fratellini che non fanno che litigare da un mese e farci carico di un figlio ciascuno.
Così PapiTuttoFare insieme a Pilo è corso in campagna a soccorrere la zia che ha problemi con qualche tubatura dell'acqua, io ed Elly, invece, ce ne siamo rimaste a casa, almeno fino all'ora di pranzo...
... quando ci siamo ricordate delle galline della nonna!

Uova e galline
Mia madre è partita affidando le sue galline alla piccola Elly. Lei adora le galline di cui si prende cura insieme alla nonna tutti i giorni. Tra di loro c'è anche Calimero, un pulcino che lei ha visto sbucare dall'uovo e che ormai è un bel polletto.
Per me è stato fantastico fare questa esperienza con lei.
Quando io ero piccola non avevamo galline, le aveva la nonna e ci pensava lei a rifornirci di carne e uova. Non sono mai andata a dar da mangiare alle galline, anzi mi ha sempre fatto un po' schifo.
Ma oggi Elly mi ha stupito.
Non vuole mai fare niente e qualunque cosa le si chiede di fare la risposta è un no. Ma con le galline è stato diverso, ha abbandonato la Wii, è saltata in piedi e "corri mamma andiamo. Ti insegno io come si fa. Devi fare come ti dico io"

Elly con le sue adorate gallinelle

E così per la prima volta ho cambiato l'acqua alle galline e dato loro da mangiare seguendo le istruzioni di mia figlia!
In cambio abbiamo ricevuto da loro 5 belle uova che a cena erano già nei nostri piatti.

Dal nonno
Da brave donnine di casa siamo poi passate a trovare il nonno che è solo da tre giorni, gli abbiamo preparato il pranzo, lavato i piatti e innaffiato i fiori. Lui come suo solito ha giocato a fare il burbero ma si capiva che era felice che fossimo lì. Poi, finalmente ci siamo concesse un...

Pomeriggio tutto per noi: bici e percorso sugli alberi
Ho evitato di portarla in piscina perché poi Pilo se lo sarebbe legato al dito ma abbiamo trovato un'ottima alternativa: bici e percorso sugli alberi.
Siamo andate in un parco non troppo distante da casa dotato di un percorso sugli alberi accessibile anche ai bambini e abbiamo passato lì il pomeriggio.
Elly si è prima fatta una passeggiata in bici e io ne ho approfittato per farmi una bella corsetta, poi l'ho affidata all'istruttore che l'ha portata con sè sugli alberi. Non è bellissima?





In realtà ha fatto quasi tutto da sola e ci hanno detto che la prossima volta posso salire io con lei senza bisogno dell'istruttore.

Prima di tornare a casa ci siamo premiate con un bel gelato e un libro in libreria: un sabato davvero fantastico. Non ho dovuto sgridare e separare nessuno. Ogni tanto ci vuole.
Ora siamo qui ad aspettare che Papi e Pilo tornino a casa. Spero che il piccolino arrivi addormentato così la pace continuerà fino a domani mattina!

giovedì 12 luglio 2012

Vacanze arrivo!!!

Meno un giorno
E saremo al mare!

Pineta di Sibari 2011

Domani sera sarò in viaggio alla volta della Calabria e sabato mattina alle 8 conto di vedere il mare, stendere il mio bel telo e, in attesa di avere le chiavi dell'appartamento, farmi una dormita sulla spiaggia.
Non mi sembra ancora vero che questo momento sia arrivato.
Ne ho passate così tante e sono così stanca che mi sembra impossibile.
Altra bella notizia è che domani non devo lavorare, mi hanno messo a riposo forzato perchè ho fatto troppi straordinari (tra venerdì e domenica  mi sono fatta 35 ore di lavoro di cui la metà notturne).
Che si stiano accorgendo di me?

Non sarà un venerdì di tutto riposo, devo comunque rientrare in ufficio per un'ora e ho 5 lavatrici che aspettano di essere stirate e le valigie ancora da pensare, ma vuoi mettere?
Quanto meno non suonerà la sveglia e potrò starmene in short e ciabatte!

Non credo che aggiornerò il blog fino al mio ritorno per cui vi abbraccio tutte e vi do appuntamento a fine mese.
Un bacio a tutte
Cri - mmd

giovedì 5 luglio 2012

Oggi sposi

Nove anni.


Nove anni fa in una splendida giornata di sole abbiamo detto si.
E tra alti e bassi, navigando a vista tra avventure e sventure, con gioia e con fatica, in salute e in malattia, attraversando problemi e arrabbiature, 
con serenità e due figli in più continuiamo a dirlo ancora oggi.


Forse stasera riusciamo anche ad andare a cena fuori soli soletti...
... vi immaginate un'intera cena occhi negli occhi 
senza dover dire 
state seduti, mangiate tutto, non urlate, 
non indicate con il dito, 
usate il tovagliolo non la tovaglia...

sarà mica un sogno?!
Intanto ho piazzato i figli davanti alla Wii (lo so, non si fa, ma per una volta!),
ora mi faccio la doccia e penso a cosa mettermi 
e spero di non svegliarmi troppo presto. 

mercoledì 27 giugno 2012

Tempo di ricordi e commozione

Il pulmino di Don Vando

Venerdì scorso, spinta da mia sorella, sono andata con lei ad una messa un po' speciale.
Non so se da voi c'è la stessa tradizione ma qui ogni 25 anni si festeggia il crocifisso della parrocchia e le parrocchie limitrofe portano doni e partecipano ai festeggiamenti che durano diversi giorni, durante i quali il Crocifisso va in processione per le vie e le varie chiese.
La Santa Messa era preceduta da una breve processione che partiva dalla piazza del mio paesino, quello in cui sono cresciuta. All'imbarazzo iniziale nel farmi rivedere sono subentrati un affetto e una tenerezza per tanti volti che hanno costellato la mia infanzia. A tratti ero davvero commossa e ho dovuto trattenere le lacrime.
Volti segnati dal tempo eppure sorridenti, persone con 25 anni in più ma sempre carine con me e i miei fratelli come se fossimo ancora bambini.

Lucia
In attesa che la processione partisse ho salutato Lucia, la vecchia bottegaia, che mi ha abbracciato con gli occhi lucidi e senza i denti davanti. La sua bottega era il fulcro del paese, vendeva anche tabacchi ed aveva il telefonico pubblico. Fuori lo si capiva da questo cartello

Fino a metà degli anni '80 non abbiamo avuto il telefono in casa e quando chiamavano gli zii da Roma partiva la staffetta per avvertirci e farci correre alla bottega, pronti a rispondere alla nuova chiamata interurbana.
La cabina era di quelle insonorizzate, con la porta così pesante che per riaprirla ti ci dovevi appoggiare con tutto il peso, gli interni color nocciola tutti a forellini. Se ti guardavano dal vetro sembrava di rispondere ad un quiz a premi, mancavano solo le cuffie!
Voi ve le ricordate?
Da Lucia ci siamo fatti vere scorpacciate di Girella e Carrarmato. Che buoni che erano.

Immagine presa da www.pagine70.com

Immagine presa da www.pagine70.com

La bottega, essendo anche bar, era aperta anche la sera fino a tardi e mamma ci spediva a comprare il latte sempre dopo cena, quando si accorgeva che non ce n'era per la mattina successiva.

In paese vivevamo liberi, stavamo fuori tutto il giorno e le sere d'estate noi bambini stavamo tutti in piazza a giocare a nascondino o bandiera. Un altro gioco che mi piaceva molto fare con mio fratello più grande ed un suo amico era il "sentiero di guerra" che consisteva nel violare tutte le proprietà private scavalcando reti e cancelli fino ad arrivare alla meta sani e salvi.
Una volta avevo solo il costume addosso e me lo sono giocato sul filo spinato, non vi dico la vergogna!
Crescendo mi sono innamorata di questo amichetto di mio fratello, mamma ha odorato subito la cosa e la sera non mi ha più mandato a comprare il latte. Ero arrabbiatissima e l'accusavo di avermi dato tanta liberta da piccola per poi togliermela da grande, non aveva senso.

Bocciolina
La Bocciolina è un'altra signora mitica del paese, capace di risolvere ogni situazione e correre in aiuto alla mia giovane mamma di quattro pestiferi bambini.
La mattina si era sempre di corsa e se mamma aveva dimenticato di stendere il bucato lo lasciava in un catino fuori dalla porta "cosi la Bocciolina lo vede e me lo stende" ci rispondeva quando le chiedevamo perché.
Mancava il latte, gli odori dell'orto o c'era da farcire un pollo, "vai dalla Bocciolina e chiedi a lei" era la risposta. Mamma la ripagava con mille grazie ed accompagnandola con la macchina quando aveva commissioni fuori dal paese.
Io da che me la ricordo è sempre stata nonna e vecchietta e non mi sembra cambiata in nulla, la sua energia è sempre la stessa ed ora che è bisnonna la riserva ai suoi nuovi nipotini.
Un esempio di affetto puro e di gentilezza più unica che rara.

Il catechismo di Don Vando
Durante la messa un pensiero del vescovo è andato anche a l'unico a non esserci più: il parroco di quando ero bambina. E anche io mi sono persa nei ricordi.
Andavo all'asilo dalle suore e ogni giorno passava di lì Don Vando, il parrocco. Noi bambini gli correvamo incontro e ci attaccavamo ai suoi pantaloni tra strilli e risate. Era molto buono e accoglieva i nostri assalti sempre con gioia.
Per assicurarsi che tutti i bambini del circondario andassero al catechismo si era procurato un pulmino (uguale a quello della foto di apertura) e faceva lui stesso due viaggi al sabato pomeriggio per portarci tutti in chiesa. Durante il tragitto si cantava, si rideva e si scherzava. Con lui era sempre festa, non si è mai arrabbiato. È stato bello ricordarlo.

Erano anni che non tornavo alla mia chiesina (in paese tutti la chiamano così perché è piccolissima), dove sono stata battezzata (in una teca di vetro sono custoditi dei piccoli cuoricini d'argento con i nomi di tutti i battezzati dal primo battesimo del 1925, e c'è anche il mio!) e dove mi sono sposata e anche i luoghi hanno sortito in me infinito affetto e commozione. A distanza ormai di giorni forse non riesco a trasmettere tutti i sentimenti che ho provato venerdì pomeriggio (sono tre giorni che scrivo questo post rubando minuti a famiglia e lavoro) ma è stato toccante e con questi miei ricordi strampalati voglio partecipare all'iniziativa di Ninin Gioco del ricordo.



martedì 19 giugno 2012

Look anti-afa

Look anti-afa
Ecco, più o meno come mi sono vestita questa mattina.
In realtà il mio vestitino è di lino, ha la cintina che si lega dietro ed è di un colore più simile al corda, ma per rendere l'idea trovo che questo vada abbastanza bene.
Non vedete accessori perchè, oltre all'orologio, non ho messo altro. Non tanto perchè avevo fretta ma proprio perchè non ci ho pensato.
Mi rendo conto che spesso sono sbadata e superficiale nel vestiario mentre in un ambiente di lavoro come il mio l'abito fa davvero il monaco!
Voi che accessori ci avreste abbinato?
Chissa che direbbe di me Paola. Se passi di qua illuminami con i tuoi consigli.