giovedì 24 maggio 2012

Senso di attesa e psicoguide

Il prossimo libro che leggerò
Sospesa, in attesa.
È così che vivo le mie giornate. Camminando in punta di piedi, senza fare rumore, in apnea.
Mi sono tirata fuori dalla mia vita e mi osservo dall’esterno.
Vedo scorrere le mie giornate e mi ripeto sempre che sta per finire, che la burrasca sta per passare.
Non può essere solo una speranza, voglio che sia una certezza.
E intanto aspetto, e sogno.
Sogno altri modi possibili, altri luoghi e altri lavori e il mio desiderio più grande è quello di andarmene.
Mi sento sull’orlo del baratro, con davanti due possibilità: fare un passo indietro e salvarmi oppure precipitare nella depressione più nera.
Mi fa paura, non voglio, so che è un tunnel dal quale poi è difficile uscire.
Non mi piace star male, non lo accetto. Non voglio che questo dolore condizioni la mia vita.
Ho voglia di provare gioia pura, almeno per un minuto.
Dare un senso a questa sofferenza imposta dalla stupidità altrui.

Ieri mi sono detta che questa situazione deve finire. Sono arrabbiata e stanca di stare male, non lo accetto più, non è così che voglio vivere. Sono inquieta e non trovo pace, niente mi fa stare bene, niente mi da più piacere, neanche le cose che prima mi davano conforto. Sento che sto affogando ma non riesco a riemergere.

Per questo ho deciso di cercare una via di fuga da questa oppressione che mi sento nel petto, nell'anima.
Fare qualcosa, è questa la parola chiave. Ancora non so cosa ma sento che non mi devo fermare, basta apnea. Ho bisogno di una boccata di ossigeno, tirare un sospiro di sollievo e trovare nuove vie che mi portino serenità. Ho bisogno di cambiare qualcosa (si certo il lavoro è una delle cose da cambiare ma non ho la bacchetta magica), forse anche il modo di percepire il mondo che mi circonda.

Ieri in pausa pranzo ho navigato alla ricerca di maggiori informazioni sulla depressione, per capire cos’è e se mi ha già colpito. Clinicamente ho solo alcuni dei sintomi che la caratterizzano e questo mi ha già messo di buonumore: non sono una depressa!
Forse quando dico che mi sento depressa in realtà descrivo più una situazione di stress. Si, mi piace di più. Diciamo che sono un po’ troppo sotto stress.

Verso la vittoria
Primo passo: individuare il male da sconfiggere: fatto.
Secondo passo: individuare la strategia migliore per vincerlo: boh!
Chiedere aiuto? Si, forse è la cosa migliore, perché è proprio vero che nessuno si salva da solo (tanto per citare qualche titolo).

Nel pomeriggio sono dovuta andare in libreria per il grande capo ed è stato lì che ho avuto l’illuminazione: iniziare da un libro, una guida per guarire. Il reparto di psicologia era pieno di titoli allettanti ma non sapevo quale prendere. Il portafogli era vuoto e ho deciso di aspettare. E poi presso la mia piccola libreria ho il 10% di sconto, perché non approfittarne?
Prima di uscire mi sono segnata due titoli che mi sembravano adatti:
di Dale Carnegie
La sola idea che presto li avrei acquistati mi ha fatto stare meglio. Ha dato forza alla mia tenacia ormai provata e affievolita.

In serata altro piccolo passo. Chiacchierando con mia cognata le ho raccontato i miei incubi, i miei malumori e malesseri. Lei di professione è psicologa ma io l’ho sempre vista come cognata e zia dei miei figli e non avevo mai pensato che potevo chiederle aiuto (forse perché lavora soprattutto con gli anziani malati di alzheimer?!).
Lei mi ha detto di non credere molto alla ricette preconfezionate dei libri, ma per iniziare mi ha prestato uno dei suoi libri:
di Deborah Tamanti

Questa è la presentazione che ne viene fatta:
Spesso si tende ad associare il piacere al potere o al possesso di qualcosa, quindi privilegio per pochi, da rincorrere e conquistare. Ma il piacere sa guardare alla profondità della vita e coglierne l'essenza. Nasce dalla possibilità di amare oltre se stessi, ma anche dal contatto con l'eros, con l'istinto e con la nostra natura sensoriale. È l'emozione della cura, dell'amore, della pietà, del desiderio e della voglia di vivere; allora vale la pena provare a scoprire che viverlo è possibile, più di quanto a volte crediamo.

Può essere un buon inizio partire dalle cose che mi danno piacere e magari scoprirne di nuove.
E visto che leggere è la cosa che so fare meglio e che ancora per fortuna mi da piacere quale migliore inizio per riprendere in mano la mia vita!

Oggi sono ottimista, sarà colpa del sole che oggi finalmente si è fatto vedere, spero solo che duri.

10 commenti:

  1. Credo che riuscire a parlarne sia un altro grande passo. Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. Il piacere e la passione sono le cose che tirano fuori le nostre energie, credo che sia importante essere consapevoli della propria forza e non lasciarsi abbattere.
    Dacci dentro con i libri, se ti fanno star bene!! :))

    RispondiElimina
  3. Come ti capisco...ho passato momenti scuri anch'io,tanti,troppi..non sapevo come fare per rialzarmi,non avevo voglia neanche di alzarmi dal letto,nonostante la gioia delle mie cucciole,ho pensato di essere depressa e altre cose..poi boh,piano piano parlando con persone che avevano condiviso un po la stessa cosa mi sono rialzata,ma secondo me non se ne esce mai,si riesce a conviverci con alti e bassi...un abbraccio Sara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già il fatto di poter condividere con qualcuno quello che passiamo è fonte di conforto. Io lo faccio online ma sento che va bene lo stesso

      Elimina
  4. Mi piace questo libro che ti ha prestato tua cognata. Un po' confermo, anche io sto cercando di dedicarmi alle cose che mi fanno stare bene (piccole cose casalinghe) e di dedicarmi meno ad altre, soprattutto quando non sono più piacevoli (come la vacanza dal blog il quale, non so perché, mi stava mettendo ansia). E già il fatto che io, proprio io, mi sia ridotta a piccole cose casalinghe, dovrebbe gettarmi nello sconforto, invece, se sapute rigirare a mio favore, e secondo le mie inclinazioni, sono utili anche loro.
    Non so molto della tua situazione, e in ogni caso non sono adatta a dare consigli, e non mi piace, però spontaneamente mi viene da dire: molla quel lavoro! la tua serenità è più importante di uno stipendio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrei mollare tutto ma non posso. Pur lavorando tutti e due fatichiamo ad arrivare alla fine del mese e la responsabilità di madre ha ora la precedenza su tutto.
      Baci

      Elimina
  5. Qualche mese fa mi sentivo anch'io così e pensavo di essere depressa però la dottoressa mi ha diagnosticato stress emozionale. Leggere libri del genere aiuta tantissimo. Presto ti sentirai meglio e tutto andrà per il suo meglio. Un caro abbraccio.

    RispondiElimina